23-02-2018

Più fiducia nel mais OGM

I pregiudizi sono duri a morire. Ma la scienza non ha colore e l’interpretazione dei dati spetta ai politici. Convincere i consumatori più civilizzati e consapevoli non è compito agevole. Soprattutto là dove vige il divieto. Ora tocca alla divulgazione.

Il mais modificato geneticamente non nuoce alla salute. E’ il risultato, apparso sulla rivista Scientific Reports, di una ricerca dell’Università e della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. L’analisi raccoglie i dati relativi a 21 anni di coltivazioni in varie parti del mondo. Dalla ricerca emerge che il mais ogm è più produttivo di quello tradizionale, tutela gli organismi non coinvolti dalla mutazione, abbassa la presenza di insetti dannosi alla coltivazione, contiene meno micotossine e fumonisine.

Nei paesi del terzo mondo crescono gli ettari destinati a coltivazioni ogm. Anche il Brasile si è mosso in tale direzione. Al di fuori dell’Europa, soprattutto in India, Canada, Stati Uniti e Argentina, le coltivazioni e le sperimentazioni proseguono in modo laico. Nel vecchio continente i pregiudizi sono ancora molto radicati. In Italia Coldiretti fa sapere che da una propria indagine emerge la diffidenza dei consumatori verso gli alimenti ogm, ritenuti meno salutari.

 In Europa solo nella penisola iberica si seminano piante ogm. Molti paesi comunitari si vantano di essere ogm free. La superficie dedicata a coltivazioni ogm è diminuita anche nel 2017. La Corte Europea di Giustizia ha dichiarato che, a meno di evidenze sulla salute, nessuno stato dell’Unione può proibire la coltivazione di piante ogm. L’Italia, che blocca da sempre gli ogm, sconta un grave ritardo nei confronti dei paesi al mondo produttori di mais. La maggior parte del fabbisogno è coperto dall’importazione, a netto danno della bilancia commerciale.