24-01-2018

Anche gli Aztechi hanno lottato con la salmonella

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AUTORE: Dr. Sergio Moriani

Uno studio apparso sulla rivista scientifica Nature Ecology of Evolution e ripresa dal quotidiano britannico The Guardian svela uno dei più grandi misteri della storia umana. La rapida scomparsa della civiltà azteca è imputabile alla salmonella.

Lo leggiamo persino nei sussidiari delle scuole elementari. Gli Aztechi, antica popolazione diffusa in un territorio che oggi possiamo identificare tra Messico e Guatemala, hanno ceduto il campo all’invasione europea. Civiltà fiera ed evoluta si è arresa ai conquistatori spagnoli in cerca di ricchezze nel nuovo mondo. Ma non senza combattere la supremazia tecnica dell’aggressore. Nulla però ha potuto contro il nemico più subdolo, la salmonella enterica. A partire dal 1545 ben 15 milioni di individui perirono, circa l’80% dell’intera popolazione. Un’epidemia a rapida diffusione. La morte giungeva dopo qualche giorno di febbre alta, mal di testa, emorragie da naso, occhi e bocca. I locali identificano l’epidemia con l’appellativo “cocoliztli”.

Gli scienziati dell’università tedesca di Tubinga hanno analizzato il DNA estratto da 23 scheletri e individuato con forte attendibilità la causa dell’olocausto. Quantunque sia possibile non rilevare agenti patogeni sconosciuti o scomparsi nel tempo si può affermare con certezza che vaiolo, morbillo, parotite e influenza sono stati ritenuti a torto possibili cause.